Maggio 2012, l'allora Presidente del Cagliari, Massimo Cellino, si appresta a prendere una decisione che segnerà la storia recente della squadra sarda: costruire uno stadio provvisorio a Quartu Sant'Elena, abbandonando il Sant'Elia.
Da quel momento in poi inizierà un susseguirsi di eventi che si trascinerà per tutto il campionato successivo, e non solo.
Fatto sta che Cellino, in carcere, molto probabilmente, decise di mettere la parola fine alla sua avventura cagliaritana, infatti nel febbraio del 2014 cominciarono ad uscire le prime voci della vendita del Cagliari da parte del presidente sanlurese. Tralasciando le varie "offerte", Cellino a Giugno decise di vendere il Cagliari a Giulini.
Da qui vorrei cominciare a porre qualche quesito. Giulini si ritrovò ad avere nuovamente il Sant'Elia come stadio casalingo (per via dello smontaggio di Is Arenas da parte di Cellino nell'estate precedente), e, in rapida successione, ottenne l'autorizzazione per aprire lo stadio prima a 12 mila spt, e poi a 16 mila, cosa che a Cellino era stata negata. Con questo non intendo farne una colpa a Giulini, che ritengo un buonissimo presidente, ma mi chiedo (retoricamente) se il problema non fosse semplicemente Cellino. La risposta me la sono data, e mi fa notevolmente arrabbiare. E' stata fatta una guerra contro il Cagliari Calcio non per far rispettare le leggi, ma per colpire Cellino (cosa che lui, nelle interviste post vendita, disse numerose volte, e come dargli torto?). Pensate che a Cellino avrebbero mai permesso di costruire lo stadio provvisorio nei parcheggi del Sant'Elia? Cellino prima di Is Arena aveva presentato numerosi progetti per il rifacimento dello stadio, tutti rifiutati e cestinati dalle varie giunte comunali cagliaritane, mentre il primo progetto presentato dalla gestione Giulini è stato accettato (certo, anche qui alcuni esponenti si lamentarono, ma nulla di che in confronto alle battaglie anti celliniane). Probabilmente starete dicendo "ma questi sono tutti complotti e masturbazioni mentali", ma io dico che a pensar male ogni tanto ci si azzecca.
Nonostante tutto, anche Giulini non è riuscito ad ottenere quanto ottenuto dai colleghi ad Udine e Torino, e il Cagliari Calcio non avrà lo stadio in concessione per 99 anni, ma per 30, dopodiché lo stadio andrà in mano al Comune di Cagliari, e la società dovrà rincominciare a pagare l'affitto.
Qui sotto metto una foto dello stadio Is Arenas pochi mesi fa (foto di Unione Sarde Online). Come vedete la zona è in pessime condizioni, e, a causa del mancato rispetto della concessione da parte del Comune di Quartu, probabilmente anche il Cagliari non rispetterà questa, non ripristinando la pista d'atletica. A causa di ciò le società sportive (calcio, atletica) che prima svolgevano le loro attività nello stadio quartese, ora si trovano costrette a "emigrare" in campi fuori città, o comunque non a Is Arenas. Questa situazione si risolverebbe con l'intervento del Comune di Quartu, ma non coglio entrare in altre diatribe.
Una nota "indipendente" la meritano due fatti insoliti: gli ambientalisti e i famosi "bagni per arbitri disabili". Nei mesi scorsi il parco di Molentargius (quello per cui gli ambientalisti andarono contro lo stadio) è stato teatro di un fatto vergognoso: l'incendio tossico sotterraneo. Bene, nonostante si trattasse di una "bomba" inquinante, non ci sono state le proteste ambientaliste come quelle che abbiamo visto nel periodo Is Arenas, e dunque anche qui mi sorge spontanea la stessa domanda, retorica, che mi son fatto poche righe fa: il problema era Cellino? Tanto per non spegnere il fuoco polemico, vogliamo parlare della mancanza di bagni per disabili negli spogliatoi della terna arbitrale? Non so voi, ma in nessun altro stadio d'Italia (e d'Europa, probabilmente) esiste una cosa del genere, ma a Is Arenas sono stati richiesti. Riflettiamoci su.
Per concludere, ora la situazione sembra essersi stabilizzata, ma non dobbiamo dimenticare quello che certi personaggi hanno fatto passare al Cagliari per delle "antipatie" personali. Pensateci bene, e non dimenticatelo mai.