
Davide Ballardini si presenta davanti ai microfoni apparentemente felice, nonostante l'innata capacità di nascondere le emozioni, per il suo ritorno a Cagliari. Ha ancora nella tuta i segni dell'erba di Assemini che è tornato a calcare a distanza di tre anni dall'ultima volta. Si è appena conclusa la sua prima seduta di allenamento, in una sala della Club House l'incontro con i giornalisti per la presentazione ufficiale. "Con il presidente ci siamo sentiti ieri pomeriggio. Poi ho sentito anche il dg Marroccu ed eccoci qua. Il presidente mi ha chiesto semplicemente di comportarmi come sempre, senza obiettivi", le sue prime parole da nuovo tecnico rossoblù. Uno dei primi pensieri è però per una terra e un popolo che hanno lasciato un segno nel cuore dell'uomo Ballardini. "Sono innamorato della Sardegna e dei sardi", ha dichiarato. Un amore che, a giudicare dall'accoglienza e dalle belle parole che i sardi hanno sempre avuto per lui, è ampiamente ricambiato. Prima di Cagliari, Bologna e Cesena si erano fatte avanti per averlo come condottiero verso la salvezza. "A Bologna non sono andato perché con lo staff abbiamo reputato la rosa della squadra non adatta alle caratteristiche del nostro gioco. Il rifiuto al Cesena è figlio di più fattori: il fatto che, essendo di Cesena, non avrei potuto sopportare un fallimento, e in generale avrei avuto troppe pressioni", ha motivato Ballardini, prima di concentrarsi sul Cagliari che verrà, e su ciò che è stato già con lui in passato. "Il Cagliari non è cambiato tanto rispetto al passato. La disposizione è la stessa che abbiamo sperimentato noi per la prima volta, con il 4-3-1-2, con i "vecchi" Conti, Cossu, Biondini, Agostini, Canini. A loro si aggiungono giocatori nuovi, alcuni conosciuti, altri meno". Nello specifico sui nuovi: "Nenè, Astori, Perico e via dicendo sono giocatori che già conoscevo. Thiago Ribeiro invece prima di vederlo giocare con la maglia del Cagliari l'avevo visto in videocassetta. Sembra un giocatore interessante, di qualità, ora però voglio vederlo all'opera da vicino. Rui Sampaio e Ibarbo gli ho visti per la prima volta con la maglia del Cagliari. Ci sarà tempo per conoscerli bene". Contento di ritrovare Cossu, il giocatore a cui Ballardini ha cambiato la carriera? "Mi ha già fatto arrabbiare perché si è fatto male", la risposta sarcastica del tecnico. E' il rapporto con Cellino? In tre anni chi è cambiato di più tra i due? "Direi che siamo rimasti entrambi uguali, nessuno dei due è cambiato affatto". Si dice che non si erano lasciati bene. In realtà dopo la mancata conferma del 2008, dovuta più che altro a divergenze economiche con lo staff più che con Ballardini, i due avevano avuto modo di sentirsi e manifestarsi reciprocamente la propria stima. Ora ci riprovano per la terza volta. Andasse bene quasi come la seconda, sarebbe già un successone per entrambi.
16.30 - Davide Ballardini ha calcato nuovamente i campi di allenamento del centro sportivo Ercole Cellino. A più di tre anni dal suo ultimo allenamento in tuta rossoblù, il tecnico ravennate ha diretto la prima seduta del suo nuovo corso a Cagliari. In poche ore Massimo Cellino ha rivoltato come un calzino il suo Cagliari. Prima la conferma di Ficcadenti, poi l'esonero giunto ieri a tarda notte, quindi l'accordo con il tecnico della miracolosa salvezza, il "maestro" mai dimenticato dai sardi. Ballardini, dopo la firma del contratto giunta in mattinata, ha preso possesso degli spogliatoi del centro sportivo di Assemini, insieme ai suoi fidati collaboratori, Regno, Melandri e Rinaldi. E ha poi ritrovato la squadra che, in buona parte, ricalca il suo ultimo Cagliari. Da Capitan Conti, che in passato non ha nascosto di considerarlo il miglior allenatore che abbia mai avuto, a Cossu, inventato trequartista dal tecnico, passando per Canini, Larrivey, Biondini, Pisano e Agostini. Quasi un ritorno alle origini, sicuramente per lui un ritorno a casa.
Dopo aver diretto la sua prima seduta, Ballardini si appresta ora a essere presentato alla stampa. L'appuntamento con i giornalisti è fissato per le 17.
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