Ok, i 12 mila (anzi, 11650) sono arrivati, però questo "ok" è arrivato con grave ritardo. Perchè? Il motivo è sempre più chiaro, soprattutto ora che pare risolversi (seppur provvisoriamente) la questione stadio... il problema non erano le vie di fuga o i problemi del Cagliari Calcio con la Clarin, il problema (o come lo si voglia chiamare) era Cellino. Probabilmente laa sua presenza rappresentava un problema, ma non per i suoi comportamenti e il suo carattere (che, si, potevano creare disagi fra le parti). Con i fantomatici "americani" si è potuto notare come il Sindaco Zedda abbia "aperto" senza farsi alcuna domanda sia sullo stadio sia su chi avrebbe dovuto costruire "l'astronave" silvestroniana... Partiamo dall'inizio... quando era Cellino a presentare i progetti (anche con le passate amministrazioni comunali) c'era sempre qualcosa che non andava e quindi non venivano presi in considerazione i progetti dell'ex presidente del Cagliari. Poi si è passati ad Elmas: sembrava tutto fatto, nessun problema con nessuno, sindaco disponibilissimo insieme ai vari enti. Invece dopo la presentazione del progetto sono cominciati ad emergere dei problemi con la Sogaer (società che gestisce l'aeroporto di Elmas) riguardo la vicinanza del futuro stadio all'aeroporto. Alla fine Cellino decise di lasciar perdere (ma la storia, se vogliamo, non è ancora finita). Durante quel periodo insorgono nuovi problemi riguardanti l'agibilità dello stadio cagliaritano, e, vista la situazione, Cellino decise di portare la squadra a Trieste. Il Presidente, nel maggio dello stesso anno, decise di costruire uno stadio provvisorio a Quartu, l'Is Arenas. Anche lì ci furono tantissimi problemi, dall'agibilità ad intermittenza ai problemi con i vari enti (tra cui il WWF), insomma, un vero e proprio boicottaggio. Tutto questo portò all'arresto di Cellino e del sindaco quartese Contini, con apertura di un inchiesta (?), di cui non si conosce nulla in realtà. C'è chi parla di abusività dell'impianto, ma nessuna perizia dice questo. Dopo esser uscito dagli arresti, Cellino decise di smontare il "gioiellino" (grave errore secondo molti tifosi) e di tornare a Cagliari, nella "vera casa del Cagliari" (così definita) firmando una convenzione annuale. In quel momento si può collocare l'inizio della fine dell'era celliniana. Mesi e mesi con pareri negativi da parte della CPV, sino a quando un certo Luca Silvestrone non si presenta in comune come "rappresentante degli americani". Dopo settimane di farsa continua, alla prima riunione della CPV, da quando si parla di nuovi acquirenti per prelevare le quote del Cagliari Calcio, arriva l'ok per il progetto per l'ampliamento della capienza del Sant'Elia. Strano, non trovate? Ai primi segnali di allontanamento di Cellino cominciano ad arrivare i primi pareri favorevoli per il rudere. Cellino vende il Cagliari. Dopo 22 anni finisce la su presidenza. Entra in gioco Giulini. Anche con lui il sindaco pare aprirsi e continuano ad arrivare i pareri positivi e finalmente l'ok per il progetto a 12 mila posti. Il Cagliari Calcio effettua i lavori, anche quelli di competenza del comune, quelli che evidentemente Cellino non voleva fare, direi giustamente. Finiti i lavori si fanno altre riunioni, fino ad arrivare a quella di ieri, quella dell'ok definitivo: finalmente si può giocare con 12mila spettatori (11650 per la precisione). Dovremo essere contenti di questo epilogo, ma pensandoci bene non è affatto così. Scommetto che ora Is Arenas non avrebbe problemi ad essere aperto, ora che il "male" è emigrato a Leeds... Scetti Casteddu!